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A scuola di racconto. La scuola come tema e come contesto per la narrativa breve italiana (Bergame)

A scuola di racconto. La scuola come tema e come contesto per la narrativa breve italiana (Bergame)

Publié le par Marc Escola (Source : Giacomo Raccis)

A scuola di racconto. La scuola come tema e come contesto per la narrativa breve italiana

 

Fin dalle origini dello stato unitario, con la nascita dell’istruzione pubblica obbligatoria, la scuola si è presentata come tema fondante e ricorrente della letteratura italiana, e al tempo stesso come contesto che condiziona fortemente l’organizzazione del racconto. Lo dimostra un caposaldo della letteratura nazionale come Cuore di Edmondo De Amicis (1886), il libro “per fare gli italiani”, narrazione di un anno di scuola intercalata con una serie di parabole pedagogiche che fornivano a lettori piccoli e grandi un repertorio di valori su cui si stava edificando (o si sarebbe dovuta edificare) la nuova nazione. In questo romanzo, capostipite della tradizione della letteratura “scolastica” in Italia, si mostrava in maniera paradigmatica lo stretto nodo che lega tema e forma del racconto, con la scansione dei giorni e degli avvenimenti del calendario scolastico a strutturare la narrazione, determinandone la frammentazione diaristica così come la pluritestualità (il diario, le epistole, i racconti morali). Cuore, inoltre, mostrava la capacità di mise en abyme del racconto della scuola, capace di tematizzare la stessa centralità della narrazione breve nell’esperienza didattica.

L’opera di De Amicis può essere allora chiamata a fare da illustre testimone di un rapporto privilegiato tra la narrazione scolastica e la forma breve che il Novecento e il nuovo secolo avrebbero poi rinsaldato (nonostante importanti eccezioni di “romanzi scolastici” – come Il professionale. Avventure scolastiche di Ugo Cornia,2012, e La scuola cattolica di Edoardo Albinati, 2016 – determinanti nel definire la presenza della scuola nell’immaginario collettivo). La schematica organizzazione delle funzioni (insegnanti, studenti, personale ausiliario, genitori) e soprattutto la frammentazione del tempo scolastico e delle attività previste (ore di lezione, intervalli, studio a casa, vacanze, gite), rendono questo microcosmo un terreno particolarmente adatto alla sperimentazione di meccanismi narrativi originali. Ci sono opere che si affidano a opzioni in certo senso classiche, adottando come veicolo del racconto le svariate forme testuali che l’universo scolastico mette a disposizione (la verifica, il diario, il registro, ma anche le comunicazioni interne e informali): ecco allora i diari “ex cathedra” con cui Domenico Starnone ha raccontato la convivenza tra docenti e studenti all’insegna di una tragicomica irresponsabilità (Ex cattedra, 1987; Fuori registro, 1991); oppure il diario postumo di Sandro Onofri, che in Registro di classe (2019) ricorre a un tono decisamente più accorato per testimoniare la necessità della battaglia per l’istruzione di tutti; o ancora i temi in classe con cui, in Io speriamo che me la cavo di Marcello D’Orta (1990), i bambini raccontano con innocenza il disagio quotidiano in una Napoli abbandonata a se stessa. Ma la frammentazione del racconto può essere motivata anche da una generica composizione per singoli brani e osservazioni che la scansione oraria quotidiana del calendario scolastico suggerisce, come nel caso di Il rosso e il blu di Marco Lodoli (2009); oppure trovare originali soluzioni di montaggio, come succede in Tranquillo prof., la richiamo io, di Christian Raimo (2015), paradossale racconto di un anno di scuola attraverso gli scambi telefonici tra insegnante e alunni. In altri casi è la scuola a rappresentare uno specifico tema all’interno di un affresco sociale e umano più ampio, composto per singole tessere, ciascuna icastica nella sua brevità, come succede nel Sogno della classe scolastica, uno dei racconti contenuti nei Costumi degli italiani di Gianni Celati (2008).

Gli esempi potrebbero essere molti altri, ma appare in generale molto evidente che il racconto scolastico si presenta come terreno privilegiato per un’indagine che sviluppi insieme analisi tematica e disamina di quei meccanismi politestuali che, secondo la teoria con cui Mara Santi (2014) ha aggiornato la formalizzazione del concetto di “macrotesto”, prevedono che alla costruzione del significato complessivo di una raccolta contribuiscano, oltre ai singoli racconti, anche la loro selezione e disposizione, insieme all’opera di riconoscimento e ricomposizione realizzata dal lettore (che nel caso dei racconti della scuola presenta sempre una propria specifica “competenza naturale”).

Inoltre, la coincidenza tra brevità del racconto e brevità del modulo all’interno del curriculum scolastico si presta anche a un altro ordine di considerazioni e studi. In parallelo, infatti, nel campo della riflessione pedagogica e degli studi sulla metodologia didattica, si è affermato nel corso del tempo un modello di insegnamento della letteratura che individua nella forma narrativa breve – racconto integrale o brano antologico adattato – la soluzione privilegiata per l’insegnamento dei caratteri salienti del testo narrativo o degli autori e delle opere della storia letteraria italiana. Ne consegue un doppio legame che, in virtù dei medesimi vincoli temporali (l’ora di lezione, la durata limitata della giornata di scuola e del tempo per i compiti a casa) avvince scuola e racconto breve, all’insegna di un’alleanza dai multiformi risvolti negli ambiti della produzione creativa e della lettura guidata. Una prospettiva, questa, che è stata oggetto di sporadici ed estemporanei interventi, raramente integrati in più ampie e sistematiche riflessioni sull’insegnamento della letteratura a scuola e nelle università, ma che offre molteplici linee di sviluppo, tanto nei termini della costruzione di un “canone scolastico” della narrativa breve (italiana e straniera), quanto in direzione di una ricostruzione deduttiva dell’immagine che della letteratura si produce a partire da autonomi congegni narrativi.

La giornata di studi A scuola di racconto. La scuola come tema e come contesto nella narrativa breve italiana, una nuova tappa – la quinta – del seminario di ricerca dedicato al racconto breve a cura di Nunzia Palmieri e Giacomo Raccis, sarà quindi dedicata allo studio delle forme che assume il tema della scuola nella narrativa breve italiana e al modo in cui la forma breve sia o possa essere strumento privilegiato per la didattica della letteratura italiana nella scuola. Dopo l’edizione del 2019, dedicata alle soglie e ai paratesti delle raccolte di racconti (Alle soglie del racconto. Nei dintorni della narrativa breve italiana, Bergamo 10 aprile 2019), l’edizione 2021 avrà al centro nuovamente (dopo l’edizione 2017, Racconti di una vita. La narrazione biografica breve nella tradizione contemporanea) un approccio tematico e formale a un sottogenere della narrativa breve italiana.

A partire dalle riflessioni sopra svolte si prenderanno in considerazione proposte di intervento che vertano sulle seguenti linee di ricerca:

  • Ricognizioni storiografiche sull’evoluzione del racconto della scuola nella tradizione italiana, dalle origini tardo-ottocentesche ai primi decenni del Duemila;
  • Analisi comparate di racconti o raccolte di racconti sulla scuola, che vertano sul rapporto tra declinazione del tema e aspetti della forma narrativa breve;
  • Rapporti tra letterarietà e testualità extraletteraria nel racconto della scuola;
  • Analisi critiche e teoriche su specifiche raccolte di racconti della scuola;
  • Riflessioni sull’evoluzione e l’impiego del testo narrativo breve – racconto integrale o brano antologico – nell’insegnamento della letteratura italiana.

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La giornata di studi sul racconto si rivolge a dottorandi e giovani ricercatori, che potranno inviare la propria proposta all’indirizzo giornatasulracconto@gmail.com entro e non oltre l’1 febbraio 2021.

La proposta dovrà contenere un abstract dell’intervento (max 2000 caratteri) e una breve notizia bio-bibliografica dell’autore.

La giornata di studi sul racconto si svolgerà in presenza, nelle aule dell’Università degli Studi di Bergamo, nel rispetto delle norme sanitarie vigenti. In caso di necessità, si potrà in qualsiasi momento modificare la sua articolazione in vista di uno svolgimento a distanza, secondo i canali che saranno considerati più appropriati. La data attualmente fissata potrebbe subire variazioni in ragione della prossima pubblicazione dei calendari del secondo semestre (rimandata per ragioni connesse all’emergenza sanitaria).