
G. Girimonti Greco, S. Martina, M. Piazza (sous la direction de), Proust e gli oggetti, Le Cáriti, Firenze, 2012, pp. 302
Nel mondo di Proust il confine tra l’io e gli oggetti che lo circondano è precario e problematico, proprio come l’aspetto cangiante della camera in cui il Narratore si sveglia nelle prime pagine di Swann. Un confine continuamente rimesso in dubbio, così da investire anche l’oggetto dell’intenzionalità insita nello sguardo del soggetto. Che si tratti di un appendiabiti o di un treno, di un biscotto o di un ritratto, delle guance di una giovane donna o di una fotografia, ognuno di questi ‘oggetti’ rintracciabili nel romanzo proustiano possiede una funzione che va al di là del suo valore d’uso o di una mera connotazione estetica. I saggi che compongono questa raccolta, firmati da una ventina di autorevoli studiosi dell’opera di Proust, italiani e stranieri, indagano un ampio ventaglio di oggetti che popolano la Recherche, assumendo prospettive che incrociano e fanno interagire fra loro la critica letteraria, la filosofia, la psicologia e la storia dell’arte. Prospettive innanzitutto volte a ripensare teoricamente la stessa definizione di oggetto così come quella di ritratto, ma anche le svariate metafore della scrittura e dell’opera d’arte fino alle intersezioni con l’eros e con la Storia. Prospettive che nel contempo si affacciano sull’esplorazione della fantasmagorica molteplicità del visibile, ora mitologicamente trasfigurato, ora sotterraneamente caricato di valenze erotiche, narrative, culturali, religiose. Ne scaturisce così non solo e non tanto un regesto di voci di dizionario, quanto un mosaico di accessi in gran parte inediti all’officina proustiana, dal momento che ciascuno degli oggetti presi in esame si configura come uno spiraglio magico, che consente di penetrare i segreti della costruzione del romanzo in quanto nasconde in sé un significato che va ben al di là del suo apparente statuto di “cosa tra le altre cose”.
Giuseppe Girimonti Greco, Dottore di ricerca in Generi letterari, è insegnante nei licei e traduttore letterario. Tiene corsi di traduzione letteraria presso l’Università degli studi di Milano e collabora con alcune scuole di specializzazione in Mestieri dell’editoria. Tra le sue pubblicazioni figurano vari saggi di argomento proustiano. Un suo volume monografico su Proust e le immagini (L’ottico di Combray) è di prossima uscita per Le Cáriti.
Sabrina Martina, Dottore di ricerca in Letterature comparate, attualmente è assegnista di ricerca di Filosofia della storia presso l’Università di Bologna. Studiosa della presenza di Leibniz nella Recherche, ha affrontato il confronto tra Proust e Maeterlinck in un volume di prossima uscita per Le Cáriti.
Marco Piazza, Dottore di ricerca in Filosofia, è ricercatore di Storia della filosofia presso l’Università degli Studi Roma Tre. Ha dedicato molti suoi lavori alle valenze filosofiche del romanzo di Proust e alla lettura benjaminiana della Recherche. Su questi temi è autore dei volumi: Passione e conoscenza in Proust (Milano, Guerini e Associati, 20002) e Redimere Proust. Walter Benjamin e il suo segnavia (Firenze, Le Cáriti, 2009).
SOMMARIO
PROUST E GLI OGGETTI 9
Tavola delle abbreviazioni 10
Mariolina Bertini, Prefazione 11
Giuseppe Girimonti Greco, Marco Piazza, Presentazione 17
Sabrina Martina, Marco Piazza, Introduzione 23
Parte prima. Gli oggetti nello spazio e nel tempo 35
1. Il movimento 37
Michel Sandras, Train 39
Jean-Christophe Valtat, L’automobile: une technologie de la réminiscence
proustienne 45
Viviana Agostini-Ouafi, Gli ascensori della Recherche: non più scale, non ancora
aerei, forse scatole magiche 53
Hiroya Sakamoto, Objet insaisissable: Proust et la femme à bicyclette 59
2. La comunicazione 71
Chloé Deroy, Le téléphone et le «dorophone», féeries intermittentes
dans À la recherche du temps perdu et dans Ada de Vladimir Nabokov 73
Thomas Barège, Le Téléphone & le Télégraphe: les objets parlants
dans À la recherche du temps perdu 77
3. La visione 89
Thanh Vân Ton-That, Les fruits: dès realia de la vie quotidienne à la métaphore
poétique du monde 91
Mieke Bal, Strumenti ottici 99
Sabrina Martina, La lampada in Proust fra illuminazione selettiva dei Possibili
e «tragique quotidien» 125
Sara Guindani, Le guance in Proust: oggetti parziali tra pulsione scopica
e accecamento 133
Thomas Barège, Une érotique de l’objet dans la Recherche? 139
4. La memoria 151
Thanh Vân Ton-That, La Madeleine: naissance d’un objet de mémoire 153
Marco Piazza, La camera oscura della memoria. L’archivio proustiano 161
Parte seconda. Gli oggetti dell’espressione e della rappresentazione 173
5. La scrittura narrativa: dal libro nel libro al libro ideale 175
Bernard Brun, Le livre objet et l’objet livre 177
Anna Lushenkova, Le livre et la bibliothèque sur la voie de la vocation
artistique 183
Joseph Brami, Porte-manteaux à sept branches comme le Chandelier de l’Écriture 193
Michel Sandras, Boeuf mode 201
6. La rappresentazione artistica: dalla riproduzione alla trasfigurazione 207
Alessandro Grilli, Diamanti, falsari e minatori da L’affaire Lemoine
alla Recherche 209
Federica Pich, Intorno a Miss Sacripant (I). «Plus tard une photographie
m'expliqua pourquoi» 223
Massimo Scotti, Angeli veglianti. Le sette copertine della Recherche
Nell’edizione Einaudi del 1978 231
Guillaume Perrier, L’affiche 241
Federica Pich, Intorno a Miss Sacripant (II). L’angelo e l’icona 247
Bernard Urbani, Robes 255
Mirko Francioni, Piatti dipinti, porcellane, coperti: le nature vive di Proust 265
Thanh Vân Ton-That, Les couverts: un art de la table et du langage 277
Tavole 285
Gli Autori 295