Essai
Nouvelle parution
Matteo Marcheschi, Storie naturali delle rovine. Forme e oggetti del tempo nella Francia dei Philosophes (1755-1812)

Matteo Marcheschi, Storie naturali delle rovine. Forme e oggetti del tempo nella Francia dei Philosophes (1755-1812)

Publié le par Marc Escola (Source : Matteo Marcheschi)

Fra il terremoto di Lisbona del 1755 e la pubblicazione delle Recherches sur les ossements fossiles de quadrupèdes di Georges Cuvier (1812), la rovina diviene l’oggetto-laboratorio della filosofia dei Lumi. Irriducibile e polisemica, depositato della storia della natura e di quella degli uomini, essa si colloca all’intersezione tra saperi e metodi differenti, rivelandosi un vero e proprio centro concettuale e metaforico della seconda metà del Settecento. Né presente né passata, ma passato che si deposita naturalmente nella forma del presente, la rovina restituisce l’immagine di una ragione che non occulta le ombre e gli angoli del tempo, ma che interroga le strutture chiaroscurali della storia e dei suoi ritmi: nella tensione tra permanenza e oblio, nella catastrofe che articola la misura variabile delle continuità e delle discontinuità e dell’atteso e dell’inatteso, tutta la superficie del presente appare attraversata da ritmi e storie multiple che mostrano, agli occhi del filosofo, l’enorme profondità dell’istante.

Indice

Introduzione 
1. Tempo, forme e rovine 
2. Atlantide e Troia. Il tempo conteso della natura 
3. Tableaux mouvants 

1. Incipit tragoediæ: il terremoto di Lisbona e la natura irreversibile 
1.1. «Lisbonne est abîmée, et l’on danse à Paris» 
1.2. Raccontare la catastrofe: il teatro e il tempo irreversibile 
1.3. Spegnere il Sole: Diderot e il tempo della catastrofe 
1.4. Le epoche della natura: Buffon a Lisbona 
1.5. Catastrofe con spettatore: le rovine di Lisbona 

2. La scoperta di Pompei ed Ercolano: la rovina domestica 
2.1. Ercolano e Pompei 
2.2. Intravedere le rovine 
2.3. La rovina monumentale 
2.4. La rovina domestica 
2.5. Le rovine del Vesuvio 

3. «Un antiquario di una nuova specie». Monumenti e medaglie della natura 
3.1. Conchiliologia e conchiliomania 
3.2. Storia civile e storia naturale: la scoperta delle rovine 
3.3. La scimmia antiquaria e la poetica delle rovine

4. Zadig e i palazzi in rovina: pensare per tracce, pensare le tracce 
4.1. I romans ingénieux della storia: Voltaire e Descartes 
4.2. Il metodo di Zadig 
4.3. Ritratto di Boulanger en antiquaire: la rovina e la storia 

5. Passato-futuro e misura dell’inatteso: la rovina tra profezia e catastrofe trattenuta 
5.1. Palmira, Parigi e le rovine del futuro 
5.2. Bruciare Parigi: Mercier e l’utilità delle rovine 
5.3. In principio era la rovina: Volney tra Palmira e la Rivoluzione 
5.4. Il Louvre al futuro anteriore: Robert, Diderot e il sublime
5.5. Apocalittici e integrati: la fine della storia e la misura dell’inatteso

6. Le rovine della Rivoluzione 
6.1. Le Jugement dernier des rois 
6.2. «Montagne sainte! Devenez un volcan!» 
6.3. Vandali illuminati? Le rovine senza il tempo 
6.4. Viaggio da Saint-Denis alla Gerusalemme liberata: Chateaubriand virtuoso delle rovine 

7. Cuvier, poeta delle rovine? 
7.1. Cuvier, Balzac e Verne: l’immaginazione e i frammenti del mondo
7.2. Cuvier, un antiquario di una nuova specie 

Bibliografia 
Indice dei nomi