Essai
Nouvelle parution
C.  Ginzburg, Il filo e le tracce. Vero falso finto

C. Ginzburg, Il filo e le tracce. Vero falso finto

Publié le par Bérenger Boulay

Carlo  Ginzburg , Il filo e le tracce. Vero falso finto, Milan, Feltrinelli editore, Coll. "Campi del sapere", 2006, 340p.
Isbn (ean13): 9788807103957

25€

[traduction française parue en 2010: Carlo Ginzburg, Le fil et les traces. Vrai faux fictif]

Le lundi 18 octobre à Paris:  Le Fil et les Traces: conférence de Carlo Ginzburg et Martin Rueff

Présentation de l'éditeur:


In breve
Storici, romanzieri, inquisitori, eruditi, sciamani, poeti, falsari. Montaigne, Voltaire, Stendhal, Auerbach, Kracauer. Chi è Israel Bertuccio? Una riflessione sul mestiere dello storico oggi e sul mutevole rapporto tra verità storica, finzione e menzogna attraverso una serie di casi.

Il libro
Questo libro esplora il mutevole rapporto tra verità storica, finzione e menzogna attraverso una serie di casi. Contro la tendenza dello scetticismo postmoderno a sfumare il confine tra narrazioni di finzione e narrazioni storiche in nome dell'elemento costruttivo che le accomuna, il rapporto tra le une e le altre viene visto in questo libro come una contesa per la rappresentazione della realtà. Scavando dentro i testi, contro le intenzioni di chi li ha prodotti, si possono far emergere voci incontrollate: per esempio quelle delle donne o degli uomini che, nei processi di stregoneria, si sottraevano agli stereotipi suggeriti dai giudici. Nei romanzi medioevali si possono rintracciare testimonianze storiche involontarie su usi o costumi, isolando all'interno della finzione frammenti di verità: una scoperta che oggi ci sembra quasi banale, ma che aveva un suono paradossale quando verso la metà del Seicento, a Parigi, venne formulata per la prima volta esplicitamente. Realtà, immaginazione, falsificazione si contrappongono, s'intrecciano, si alimentano a vicenda. Frammenti del nostro mondo gettano luce su frammenti di mondi lontani. Gli storici, scriveva Aristotele, parlano di quello che è stato (del vero), i poeti di quello che avrebbe potuto essere (del possibile). Ma il vero è il punto d'arrivo, non un punto di partenza. Gli storici (e, in modo diverso, i poeti) fanno per mestiere qualcosa che è parte della vita di tutti. Districare l'intreccio di vero, finto e falso che è la trama del nostro stare al mondo.