Figures du théâtre du monde, Studi in onore di Giancarlo Fasano,Editions ETS (Pise), 2006.
Sommaire
I terrori di Piazza Genova
Umberto Eco
Home lige: ‘uomo disobbligato'? Indizi per la spiegazione di un paradosso
Mauro Braccini
Vergogna e altri affanni da Alexis a Lancelot. Un excursus
Walter Pagani
Contro la bee: spunti anticortesi nel Lai du Conseil
Maria Grazia Capusso
Les surnoms de Bacchus dans l'oeuvre poétique de Ronsard
Marie-France Merger
Le Traître puni di Lesage e La Trahison punie di Dancourt: due commedie a confronto
Barbara Sommovigo
Un Pulcinella tutto francese Due "pièces" di Carolet
Anna Maria Raugei
L'incipit di Jacques le fataliste o l'arte dell'impertinenza
Anne Marie Jaton
Il teatro dei cuori nei Natchez
Ivanna Rosi
Letteratura e società dell'ottocento francese: il roman médical nel giudizio della critica scientifica dell'epoca
Maria Sofia Corradini
Il suono delle lacrime nella genesi della Recherche
Nori Fornasier
Humour destruction
Jarry-Artaud
Carlo Pasi
Mise en scène de Baleine
Hélène de Jacquelot
Plateforme di Michel Houellebecq
Una lettura inattuale
Arrigo Stara
Dialogo o monologo: un'eterna questione
Antonietta Sanna
La lingua e "il gioco… più bello del mondo"
Françoise Bidaud
Sobre una fuente histórica de La hermosura aborrecida
Enrico Di Pastena
El francés como elemento de comicidad
Blanca Periñán
La poesia di Borges nella "transposition" di Néstor Ibarra
Tommaso Scarano
Proximidad e interacción en la Internet
Elena Carpi
Benedetto Croce e il suo viaggio in Spagna: un itinerario ininterrotto
Annunziata O. Campa
Florilegio di poesia religiosa romena
Aldo Cuneo
Indice dei nomi
Presentazione
Anna Maria Raugei
Figures du théâtre du monde: titolo che a qualcuno potrebbe apparire — e forse non senza qualche fondamento — un capiente contenitore, atto a raccogliere saggi disparati, che solo il nome del dedicatario ha il potere di riunire, in virtù non già di una tematica comune, ma di ragioni del tutto estranee all'atto di scrittura, riconducibili a legami, rapporti e amicizie con i produttori dei testi.
Ciò è in parte vero, perché tutti coloro che hanno aderito a questa miscellanea sono componenti del Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze, di cui Giancarlo Fasano è stato a lungo direttore tanto autorevole quanto efficiente: un segno di affetto dunque e di gratitudine, alla testimonianza del quale, per gli interessi e i meriti del festeggiato, si sarebbe potuto aprire un ambito ben più vasto, nazionale e internazionale; ma questo avrebbe rischiato di tradursi nella celebrazione di una "grandeur" da cui il carattere aristocraticamente schivo di Giancarlo è affatto alieno. Gli amici che non hanno potuto esprimersi attraverso un loro contributo sono comunque tanti e presenti e vicini, con i loro nomi affidati alla tabula gratulatoria.
Il titolo della raccolta, al di là di una funzione di comodo, si rivela tuttavia denso di implicazioni, tanto più se si pone mente alle principali linee lungo le quali si sono svolte le ricerche di Giancarlo Fasano. La prima, più immediata associazione è al Gran teatro del mondo di Calderón, dove la matrice cristiana occidentale si misura e si intreccia con il tema squisitamente barocco dell'illusione, del cambiamento, dell'apparenza: il mondo è l'immenso palcoscenico sul quale gli uomini sono chiamati a svolgere il ruolo che la volontà divina ha loro riservato; se questa grande recita è dunque sottesa da un piano provvidenziale, il senso della vita (e della morte) di ciascuno resta comunque vincolato a quanto si mostra sulla scena, alla maschera che ciascuno riveste e dietro la quale si nasconde, inconoscibile e insondabile, il vero volto dell'attore. Penso che proprio questa ambiguità di fondo tra l'apparire che nasconde l'essere e l'essere che a sua volta fonda e rende possibile l'apparire abbia affascinato Giancarlo, che al teatro, e specie al teatro barocco, ha dedicato alcuni tra i suoi lavori e i suoi corsi universitari più significativi.
Ma prima ancora di Calderón, il theatrum mundi è la rappresentazione del mondo quale si rivela ai grandi cartografi del tardo Rinascimento; è conoscenza, conquista, dominio dello spazio, e soprattutto dei nuovi spazi di recente scoperti, attraverso un sistema di coordinate che lasciano margini sempre più esigui alla fantasia e all'immaginazione: strumenti nuovi per una realtà nuova. Ed è in una dimensione analoga che ha operato Giancarlo Fasano oramai da un trentennio, con una precoce consapevolezza di quale potente mezzo di ricerca fosse offerto dall'informatica, promuovendo il lavoro gigantesco di lemmatizzazione delle opere in versi di Ronsard, sfociato infine in quel sussidio irrinunciabile per ogni indagine sulla poesia francese del Cinquecento che sono le concordanze ronsardiane su CD.
I saggi che compongono il volume sono un po' come i personaggi di Calderón colti in un momento del loro "jeu": ognuno di essi realizza infatti, nel breve giro di alcune pagine, una vocazione alla ricerca che si rifrange nelle molte facce di un unico prisma. Non sorprende, considerando la formazione del dedicatario, lo spazio decisamente dominante accordato alla cultura francese; stupisce, invece, e fa riflettere la varietà e la differenziazione dei percorsi seguiti e delle epoche abbracciate: dal discorso rigorosamente filologico all'analisi delle fonti, dall'affinata lettura di testi lunghi e brevi allo studio di particolari forme e strategie letterarie, dalla ripresa e sviluppo di determinati temi all'attenzione volta allo strumento linguistico; una catena di spunti, suggestioni, proposte metodologiche che si snoda dal medio evo ai giorni nostri senza escludere alcun secolo. A caratterizzare la miscellanea in senso più largamente romanzo concorrono tuttavia altre voci, legate all'area iberica e all'area romena, cui si affianca anche un'isolata incursione in ambito italiano.
Una posizione del tutto "estravagante" occupano le pagine di Umberto Eco, che si sono pubblicate all'inizio della raccolta: la rivisitazione, sul filo della memoria, di un incontro/scontro tra adolescenti e le origini di un'amicizia antica, perduta e poi ritrovata in maniera inattesa; pagine in cui, entro un difficile equilibrio tra ironia sorridente e misurata commozione, si disegna un ritratto di Giancarlo assolutamente inedito, un po' di scorcio, evocato nel gioco alterno di ombre e luci della vita. Credo che questa sia l'immagine più fedele di Fasano, quella anche in cui egli stesso meglio si riconosca, leggera e palpitante, disponibile sempre a all'incontro e alla scoperta.
Così, con la stessa leggerezza, Giancarlo continuerà la sua rappresentazione sul gran teatro del mondo, assumendo su di sé, con un sorriso appena accennato, i nuovi ruoli cui la sua vocazione di uomo lo chiama.