Simona Carretta, Il romanzo a variazioni,
Mimesis Edizioni, collection "Saggi letterari", 2019.
EAN13 : 9788857542089.
Parution: mai 2019 — 228 p. — 22 EUR
In un’epoca in cui lo studio del romanzo si riduce sempre più spesso all’analisi del plot, la forma è la grande trascurata. Eppure ciò che distingue il romanzo dalla semplice narrativa sembra consistere proprio nella sua possibilità di invenzione compositiva. Da dove attingere allora l’ispirazione di forme nuove se non dalla musica, arte “formale” per eccellenza? Strutturato come una partitura, questo saggio esplora il modo in cui diversi romanzieri del XX secolo hanno rielaborato il principio della variazione su tema, già considerato dai compositori più illustri come la forma delle forme. Se alcuni romanzieri vi hanno rintracciato il modo di trasmettere una percezione disgregata della realtà, autori come Marcel Proust, Danilo Kiš e in particolare Milan Kundera lo hanno tradotto in una forma coerente, capace di conciliare l’aspirazione cosmologica propria dell’arte con lo spirito ironico che contraddistingue il romanzo e di cogliere il codice esistenziale di una particolare categoria di individui: quella dei lettori di romanzi.
Table des matières:
Preludio
Libro Primo
I. Ouverture
1.1 Una prospettiva comparatistica
Primo Movimento. Musica e Romanzo
II. In principio era la ripetizione
2.1 Repetita iuvant
2.2 Una tecnica per ricordare e per dimenticare. Teoria musicale ed esperimenti romanzeschi. Insufficienza della ripetizione e ricorso alla variazione
III. Genesi e sviluppi della variazione
3.1 Dal Medio Evo a Bach. La ricezione delle Variazioni Goldberg nel romanzo contemporaneo
3.1.1 Romanzi per Bach: Le Variazioni Goldberg di Nancy Huston e L’offerta musicale di Yves-Michel Ergal
3.2 Prima esposizione della morale delle variazioni. L’affinità nella differenza: Il soccombente di Thomas Bernhard
3.3 Come Beethoven: le Diabelli e l’Opus 111, topoi musicali del romanzo
3.3.1 La «variazione speculare». Contrappunto di Aldous Huxley
3.3.2 La «strategia beethoveniana della variazione»: Gert Jonke e Milan Kundera
3.4 Variazioni o varianti: dall’opera tematica all’opera seriale
IV. La conoscenza della musica e del romanzo
4.1 La musica è «un racconto che non racconta niente» ?
4.2 La teoria di Broch
4.3 La forma-variazione nel romanzo. Differenza tra elaborazione romanzesca e adattamento narrativo
4.3.1 Un esempio: La Traversata del Ponte delle Arti
Secondo Movimento. Oltre la filosofia
V. La seconda volta non è una ripetizione
5.1 Esperimenti filosofici
5.2 Seconda esposizione della morale delle variazioni: l’arte del romanzo di Danilo Kiš
5.2.1 Una premessa: le variazioni non sono esercizi di stile
5.2.2 L’originale non è l’identico: il caso di Boris Davidovič
VI. Conoscere attraverso la forma
6.1 Forma versus metodo
6.2 Proust tra i filosofi
6.3 Variazione fenomenologica e variazione romanzesca
6.3.1 La legge ironica delle variazioni romanzesche: l’esempio del Libro del riso e dell’oblio
Libro Secondo
VII. Interludio
7.1 Alla ricerca del tema o terza esposizione della morale delle variazioni
Primo Movimento. Storia di una forma romanzesca
VIII. Il Novecento e il ritorno alla forma
8.1 Repetita iuvant
8.2 Il secolo della variazione
8.3 L’ipotesi di Lévi-Strauss
IX. La musicalizzazione del romanzo
9.1 Quale tipo di musicalizzazione
9.2 Più della poesia
9.3 Un ponte verso il mito
X. Un'altra via della musicalizzazione romanzesca. La variazione come principio di disgregazione
10.1 Le due vie della musicalizzazione del romanzo
10.2 La variazione disgregativa
10.2.1 Romanzi di “struttura”: La gelosia e Passacaille
10.2.2 Italo Calvino: la variante come modello matematico
10.3 La serie come anti-forma. Ritorno al «basso continuo matematico»
Secondo Movimento. Al di là del mito. La variazione romanzesca come modello estetico dell'esistenza
XI. Il Daimon della forma
11.1 «Cattedrali dell’inutile»: forma versus immagine
11.2 Differenze tra mito e romanzo: un’altra mimesis
XII. L'arte kunderiana della variazione
12.1 Alle origini del romanzo di composizione: la varietas come parametro della bellezza
12.2 Una “linea” che da Sterne conduce a Kundera: la varietas come matrice estetica dell’esistenza
12.3 La variazione come procedimento di sviluppo. Il romanzo, arte delle variazioni
12.4 La variazione come forma di composizione. Una trilogia romanzesca o quarta esposizione della morale delle variazioni
Note Finali
Bibliografia
*
Simona Carretta è dottoressa di ricerca in Letterature comparate. Per il Seminario Internazionale sul Romanzo dell’Università degli Studi di Trento dirige l’asse di ricerca Il romanzo e le altre arti. Collabora con “L’Atelier du roman”. Ha curato i volumi Comporre. L’arte del romanzo e la musica (con Walter Nardon, 2014) e La Pensée sur l’art dans le roman des XXe et XXIe siècles (con Bernard Franco e Judith Sarfati Lanter, 2019). Il romanzo a variazioni è la sua prima monografia.