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Scrivere, vedere, dipingere: prospettive transmediali per lo studio della letteratura

Scrivere, vedere, dipingere: prospettive transmediali per lo studio della letteratura

Publié le par Marc Escola (Source : Riccardo Antoniani)

Call for Papers per il numero 15 di ELEPHANT & CASTLE

 

Scrivere, vedere, dipingere: prospettive transmediali per lo studio della letteratura (scadenza 01/07/2016)

«Quando smetto di scrivere dipingo, e viceversa. Sembra una risposta banale, ma ha un senso».
Con questa apparente tautologia, nel 1993, Emilio Tadini rispondeva a un intervistatore interessato a capire come fosse possibile associare un’attività pittorica di primo livello a una ricerca letteraria di pari valore. E se la risposta di Tadini sembra indicare una compartimentazione distinta per le due attività artistiche, è indubbio che nel suo caso il lavoro creativo trovasse origine in un’unica e comune ispirazione, costruita attraverso immaginazione e applicazione.
Passando in rassegna la modernità letteraria italiana, non si fatica a trovare un cospicuo numero di autori che hanno trovato un significativo e parallelo campo d’espressione nelle arti visive: da Filippo De Pisis ad Alberto Savinio, da Eugenio Montale ad Antonia Pozzi, da Carlo Levi a Nanni Balestrini, la pittura, l’illustrazione e la fotografia hanno rappresentato spesso il corollario di un lavoro di concettualizzazione letteraria che aveva tuttavia il suo primum in una percezione preverbale, capace quindi di trovare espressione anche in altri mezzi formali. Nonostante l’intuibile ricchezza di un simile campo di studio, queste intersezioni artistiche sono state raramente affrontate dalla critica. Oggi, però, i tempi appaiono maturi per tentare un nuovo approccio allo studio della letteratura, che porti anche a ripensare i criteri con cui vengono abitualmente fissati i parametri di canonizzazione degli autori.

Che si debba interrogare il vasto e ancora inesplorato campo delle scienze cognitive oppure, semplicemente, i domini teorici e interpretativi propri di altre discipline artistiche, sembra davvero necessario oggi, in tempi di transmedialità congenita, aprire le prospettive della critica e della teoria letteraria per provare a ripensarne i fondamenti in una dimensione relazionale e integrata. Un simile mutamento prospettico, peraltro, si mostra fecondo anche rispetto alla condizione di crisi in cui la letteratura versa oggi, tanto in termini di riconoscimento sociale e culturale, quanto in termini di un progressivo irrigidimento interpretativo. È quanto sostiene, ad esempio, Albero Casadei, che in Poetiche della creatività (Bruno Mondadori 2011) ha provato a individuare le prospettive che potrebbe aprire una convergenza tra letteratura, critica e scienze cognitive. Da un lato, queste ultime offrono la possibilità di ridiscutere, secondo nuovi e prima impensati assunti, «componenti essenziali delle opere letterarie, come la creazione di ritmi, l’uso di figure retoriche o l’organizzazione di un discorso narrativo» (p. 11); dall’altra gli strumenti dell’analisi letteraria sarebbero chiamati a esplorare le potenzialità cognitive di un incontro finora sondato solo nei nessi pensiero-linguaggio.

Un simile scambio appare ulteriormente proficuo qualora lo si osservi dalla specola di autori che, nella loro eclettica attività, hanno provato a sperimentare differenti mezzi espressivi, ponendo il lavoro letterario a contatto e a confronto con le strategie compositive e le tecniche formali delle arti visive. L’opera e la ricerca di autori dal doppio profilo, infatti, offrono il terreno su cui verificare anche le modalità con cui, nel momento dell’ispirazione artistica, avviene la rielaborazione percettivo-cognitiva, che porta cioè a orientare secondo l’uno o l’altro dei domini espressivi – verbale o visivo – la propria scelta creativa. Si tratta di considerazioni che coinvolgono, per citare ancora Casadei, «le modalità di percezione e ricostruzione del mondo esterno in ambito testuale» (p. 17), che sono di natura antropologica prima ancora che artistica. Una simile prospettiva d’indagine, che incrocia i percorsi di critica letteraria, scienze cognitive, teoria estetica dell’arte e antropologia si offre così come punto di partenza per un rinnovato studio della letteratura, nella sua dimensione storica così come in quelle estetica e teorica. Lavorando su un duplice fronte – quello delle diverse modalità con cui si articola l’ispirazione creativa in attesa di essere “attuata” in una specifica forma artistica e quello del confronto tra le tecniche formali e le strategie compositive con cui differenti mezzi espressivi traducono la medesima ispirazione poetica –, il presente numero di Elephant&Castleintende offrire, nella varietà dei contributi che lo comporranno, un primo banco di prova per tecniche e metodi di studio che estendano i confini del campo letterario.

Per questo si accetteranno proposte che vertano sui seguenti assi di ricerca:
- studi monografici o comparativi relativi ad autori, italiani o stranieri, che hanno affiancato al principale percorso letterario (poetico, romanzesco o saggistico) anche una significativa attività nel campo delle arti visive, dimostrando coerenza, o al contrario estrema divergenza, nei paralleli percorsi;
- indagini teoriche che provino ad affrontare l’atto primo e pre-formale di concezione di un’opera artistica, discutendone anche le potenzialità conoscitive in relazione a possibilità espressive transmediali;
- ricerche relative alle possibilità di rinnovamento dei parametri di canonizzazione letteraria nel senso di una valorizzazione dei percorsi autoriali che si articolano in maniera transmediale.

Le proposte di contributo dovranno essere inviate dagli interessati entro l’1 aprile 2016 all’indirizzo e-mail: giacomo.raccis@unibg.it
La proposta dovrà comprendere un titolo, un abstract del contributo (massimo 1000 battute), le referenze bibliografiche, una breve notizia sull’autore e un suo indirizzo e-mail.
Entro il 15 aprile 2016 gli Autori selezionati saranno contattati via e-mail dal Curatore.
La consegna definitiva dei contributi selezionati è prevista per l’1 luglio 2016.